REGIONE LAZIO: PACCHETTO FAMIGLIA 2015 CINQUE MISURE PER LE FAMIGLIE
mag 24th, 2015 | By coni | Category: Primo piano, Vivere lo SportIl Pacchetto Famiglia 2015 della Regione Lazio consiste in una serie di progetti e interventi: 1,3 milioni di euro per favorire l’accesso dei figli di famiglie disagiate a sport, musica, danza e arti espressive ……..
Asili nido, case famiglia per disabili, servizi integrativi per i ragazzi, progetti per il Terzo settore e i nuovi Centri famiglia: stanziati oltre 64 milioni
Il Pacchetto Famiglia 2015 della Regione Lazio consiste in una serie di progetti e interventi che si snodano su diversi piani e in 5 azioni fondamentali destinate alle famiglie intese nella loro globalità, dagli asili nido, alle case famiglia per disabili passando per i ragazzi ed il terzo settore. Ammontano a ben 64,1 milioni di euro le risorse stanziate: 14,1 subito dal bilancio regionale e 50 milioni dai fondi europei 2014-2020.
Ecco il dettaglio delle cinque azioni del Pacchetto Famiglia:
1) RETE DEI CENTRI FAMIGLIA
Saranno 6: uno per Roma Capitale e uno per ciascuna provincia del Lazio. Si tratta di luoghi di aggregazione ed erogazione di servizi per i nuclei familiari, strutture di supporto ai servizi sociali dei Comuni e dei Distretti socio-assistenziali. Ogni Centro potrà ospitare una equipe multiprofessionale (assistente sociale, psicologo, educatore professionale) in grado di erogare direttamente i servizi e formare e sviluppare maggiori competenze nei Distretti socio-assistenziali.Il progetto è finanziato dalla Regione con 800mila euro per la fase di start-up e per il primo anno di funzionamento della rete.
Le competenze dei Centri Famiglia regionali: accoglienza, informazioni, orientamento ai diritti e ai servizi; sportello di mediazione linguistica e culturale per l’accesso ai servizi e ai diritti per le famiglie migranti; mediazione familiare, supporto alla genitorialità; attività di prevenzione al disagio educativo (home visiting, progetti di doposcuola, gruppi di auto mutuo aiuto ecc.); polo affido: supporto ai distretti per le attività di informazione, sensibilizzazione, monitoraggio, valutazione e reclutamento delle famiglie risorsa (appoggio, affidatarie, ecc.); incubatore per associazionismo familiare; raccordo con i consultori per le prese in carico integrate; punti di riferimento territoriali per le adozioni internazionali (monitoraggio Enti Autorizzati, informazione, ecc.).
2) PROGETTI TERZO SETTORE
1,3 milioni di euro per attività integrative di case famiglia, centri diurni, accoglienza minori, progetti per mamme sole con bambini, per papà separati, supporto alla genitorialità e mediazione familiare. Il bando finanzierà 40-45 progetti da 30mila euro in media.
3) INTEGRAZIONE SOCIO-EDUCATIVA DEI RAGAZZI
1,3 milioni di euro per favorire l’accesso dei figli di famiglie disagiate a sport, musica, danza e arti espressive. Una delle prime spese ad essere tagliate dai bilanci familiari in tempi di difficoltà economica sono proprio la palestra, la scuola calcio o il corso di chitarra, che sono però essenziali per lo sviluppo e la socializzazione dei più giovani. Lo stanziamento si tradurrà nell’assegnazione di 4.300 voucher da 300 euro all’anno per bambino/ragazzo, da erogare alle famiglie a basso reddito attraverso i Distretti e grazie a convenzioni tra Comuni e associazioni sportive, scuole di musica e centri danza, per ottimizzare le risorse.
4) CASE FAMIGLIA PER DISABILI
La Regione ha investito 6,2 milioni di euro per sostenere e ampliare la rete delle case famiglia per ragazzi disabili: 3,4 mln sono stati destinati alle 12 case esistenti nel Lazio, mentre i restanti 2,8 mln saranno utilizzati per l’apertura di nuove strutture o per l’ampliamento dei posti di quelle già operative, fino a raddoppiare le capienze attuali.
5) ASILI NIDO
La Regione Lazio ha predisposto un piano da 54,5 milioni di euro (4,5 subito, 50 attraverso i fondi strutturali europei) per gli asili nido e una nuova legge regionale sui servizi socio-educativi per l’infanzia. Si tratta di un investimento senza precedenti per ampliare la rete degli asili nido pubblici e convenzionati, migliorare la qualità dei servizi esistenti, sostenere l’accesso al lavoro delle donne con figli e contrastare la crisi demografica. Il progetto prevede la creazione immediata di 650 nuovi posti tramite un bando rivolto ai Comuni, e di quasi 10mila attraverso l’impiego dei fondi europei. In pratica, la percentuale dei posti nido rispetto al numero dei bambini da 3 mesi a 3 anni residenti nella Regione passerà dal 17,8% del 2013 al 24,7%. Un’attenzione particolare sarà destinata anche all’ammodernamento dei nidi comunali già in funzione.
Il piano di investimenti nel dettaglio:
- 1 mln per lo start up dei nuovi nidi comunali: una misura già sperimentata con successo nel 2013, quando, con un intervento analogo, abbiamo sbloccato 34 nuovi asili in 30 Comuni, per un totale di quasi 1200 nuovi posti a disposizione. Stavolta apriremo oltre 650 nuovi posti per i bambini di tutto il Lazio, finanziando l’avviamento di asili nido pubblici appena inaugurati o prossimi all’apertura;
- 1 mln a bando per progetti di welfare aziendale: a 10 anni dall’ultima sperimentazione fatta dalla Regione, il bando si rivolgerà alle aziende per l’avvio di nidi aziendali e di servizi di conciliazione lavoro-famiglia, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa. Verrà dato un incentivo alle forme di rete (nidi interaziendali) e sarà previsto l’obbligo di messa a disposizione dei Comuni di una percentuale minima di posti in regime di convenzione per ampliare anche l’offerta pubblica. Il bando finanzierà 10 progetti da 100mila euro, destinati all’abbattimento delle rette e dei costi di avviamento (gli investimenti restano in carico all’azienda);
- 2,5 mln per i progetti di miglioria dei nidi comunali esistenti: un bando rivolto ai Comuni assegnerà 30mila euro a oltre 80 progetti per l’acquisto di attrezzature per i bambini, l’ammodernamento degli spazi gioco, le ristrutturazioni per la tenuta termica e il risparmio energetico, il potenziamento dell’offerta formativa (per esempio con la didattica sportiva e musicale) e la formazione degli educatori;
- 50 mln da impiegare entro il 2020 attraverso un’azione specifica del Programma operativo regionale dei Fondi strutturali europei per l’ampliamento e la riqualificazione dell’offerta di servizi per l’infanzia in tutta la regione, e in particolare nelle zone attualmente meno coperte dalla rete. L’obiettivo è quello di aumentare l’offerta di 9.543 unità: verranno creati 5.600 nuovi posti in nido (pubblici, privati convenzionati, aziendali), 1.500 posti in servizi innovativi ed integrativi (come i nidi familiari), mentre 2.443 arriveranno indirettamente tramite l’emersione di servizi oggi non contemplati dalla normativa.
L’intervento si strutturerà in più forme: da un lato attraverso il finanziamento per la realizzazione e l’avvio di nuovi asili comunali e l’aumento dei posti in quelli già funzionanti, dall’altro attraverso la stipula di nuove convenzioni con nidi privati e l’ampliamento di quelle esistenti.
In attesa di raggiungere in pieno gli obiettivi di ampliamento dei posti, il piano regionale sosterrà anche le famiglie che finiscono in lista d’attesa nelle graduatorie comunali: verrà loro riconosciuto un voucher di importo medio di 250 euro al mese a bambino, spendibile nei nidi privati accreditati dai Comuni.
La nuova legge regionale sui servizi per l’infanzia rivedrà i requisiti strutturali e organizzativi degli asili nido per assicurare maggiore qualità, e regolamenterà finalmente anche quei servizi integrativi ai nidi che sono nati in questi anni senza essere inquadrati dalla normativa regionale, e quindi spesso senza indicazioni sugli standard qualitativi da rispettare.
Le scelte di fondo della legge sono:
- un piano regolatore regionale per programmare ogni tre anni l’intera rete dei servizi e garantire che gli investimenti regionali vengano effettuati sempre in maniera mirata rispetto ai bisogni delle famiglie e dei territori;
- la previsione, per la prima volta, di servizi socioeducativi integrativi all’asilo nido, con l’individuazione delle tipologie e degli standard minimi: i nidi familiari, gli spazi famiglia, le Tagesmutter;
- la revisione dei requisiti strutturali e qualitativi dei servizi (come gli spazi interni ed esterni destinati ai bambini o il funzionamento della mensa), per garantire il benessere dei bambini;-regole certe sulle qualifiche professionali degli operatori, in particolare del personale educativo;
- un sistema trasparente di accreditamento dei servizi per permettere l’accesso al mercato pubblico dell’offerta e ai contributi pubblici, e supportare il progetto di ampliamento della rete finanziato con i fondi europei.