Pugilato
set 1st, 2006 | By admin | Category: Sport Individuali Il pugilato (o boxe, dal termine inglese boxing). è un combattimento sportivo, regolato da norme, tra due atleti che si colpiscono a pugni chiusi. Conosciuto anche come la noble art.
Storia
Il pugilato è uno degli sport più antichi che si conoscano. Nei graffiti preistorici risalenti al III millennio prima di Cristo e conservati presso il British museum of London è possibile riconoscere le figure di persone che combattono con i pugni chiusi. Le prime sfide competitive nella storia umana sono testimoniate dagli inni e leggende delle civiltà della mesopotania e dell’ antico egitto. L’epica sumera, l’inno di Shulgi o i racconti di Gilgamesh, sono pieni di riferimenti su incontri di pugili e di lottatori che si affrontavano con audacia in combattimenti selvaggi e brutali.
In Egitto, gli incontri di lotta erano particolarmente apprezzati anche dai faraoni e le tecniche, sempre in evoluzione, sono ben rappresentate in molti dipinti murali tra cui le 400 immagini di combattimenti corpo a corpo dei muri del tempio di BEN HASAN risalenti al 2000 a.c.
Non sappiamo bene quando questo modo di combattere divenne una disciplina sportiva vera e propria, con tanto di atleti e apparato organizzativo. Le prime testimonianze letterarie che ci descrivono questo sport sono contenute nel 23° canto dell’Iliade di Omero. L’antico scrittore ci narra degli incontri che Achille usava organizzare accanto alle mura di Troia in occassione della cerimonia funebre di Patroclo.
I greci consideravano la lotta con i pugni una disciplina completa ed ideale, con la quale un uomo poteva sviluppare una mente vigile e reattiva in corpo sano e robusto. Nella tradizione mitologica greca sono Teseo ed Ercole i due personaggi che maggiormente ricorrevano all’uso dei pugni per combattere i propri nemici.
Nel 688 a.c. i greci lo introdussero come nuova disciplina nella XIII Olimpiade antica, secondo in ordine di tempo alla lotta libera inserita nelle olimpiadi nel 708 a.c., la prima medaglia è stata vinta da Onomasto di Smirne. La popolarità di questo sport aveva ormai raggiunto un altissimo livello. Gli incontri olimpici del pugilato finiranno in Grecia solo nel 393 d.c. quando l’imperatore Teodosio_I vietò l’organizzazione di nuove olimpiadi.
Gli atleti greci cominciarono a proteggersi le mani con dei guantini chiamati HIMANTES che vedranno una loro evoluzione nel corso degli anni. Inizialmente erano formati da semplici strisce di cuoio (lunghezza all’incirca di 4 metri) arrotolate attorno ai polsi e alle nocche delle dita, si cercava di evitare danni eccessivi al volto e alle dita dei contendenti. Più avanti le strisce di cuoio vennero sostituite da vimini per fare cesti, con borchie di ferro, oppure da cuoio trattato apposta per essere tagliente.
La posizione di guardia del pugilato antico era eretta, col busto esageratamente in avanti ma con la testa all’indietro, il braccio sinistro avanti in alto a proteggere la testa ed il braccio destro in basso a proteggere il fegato, questa posizione era obbligatoria. I criteri per l’assegnazione di una vittoria erano differenti da quelli utilizzati oggi, basti solo pensare che non esistevano categorie di peso, quindi i combattimenti erano riservati a taglie alquanto elevate e soprattutto i risultati si rivelavano spesso tragici visti i molti casi di decessi e lesioni gravi. Gli incontri non avevano un termine, proseguivano fino a che uno dei due sfidanti non si arrendeva. Molto spesso capitava che un pugile infierisse senza pietà nei confronti dell’altro nonostante questo fosse caduto a terra. L’atleta greco non gareggiava per un team, ma era solo con sé stesso per raggiungere il massimo, la superiorità o come si diceva in antichità ARETE, cioè eccellere. Questo concetto è ben lontano da quello moderno “l’importante è partecipare” perché per il greco solo il vincitore meritava adulazione ed il premio, gli sconfitti provavano vergogna e venivano umiliati, non esisteva la concezione del secondo e terzo posto.
Popolare anche presso gli etruschi e successivamente ripreso dai romani come spettacolo circense cruento e sanguinoso.
Per capire cosa fosse il pugilato presso i romani è sufficiente osservare la statua di bronzo del “pugile” ritrovata a Roma in via IV novembre nel 1885 durante i lavori di ampliamento di una strada cittadina. Le mani sono protette da guanti pesanti dei romani chiamati CAESTUS. I guantoni diventarono così l’arma offensiva più micidiale. Rinforzati con inserti di piombo e di chiodi per assicurare al duello un finale rapido, devastante e sanguinoso. Il pubblico romano non sopportava le lunghe schermaglie, si spazientiva e si irritava.A nessuno interessavano le finezze tecniche e il valore della competizione. Tutti attendevano solo il colpo pericoloso, volevano presto arrivare al brutale annientamento di uno dei combattenti. Con il passare degli anni vennero fissate delle regole per evitare che i contendenti si ferissero seriamente o che adirittura riportassero lesioni mortali.
Nel medioevo si assiste ad una fase di declino per questo sport. Solo in alcune città d’Italia come Lucca, Genova e Venezia venivano organizzati incontri degni di nota. A Venezia esiste il ponte dei pugni, dove anticamente, fazioni diverse si scontravano. Per evitare i picchiatori più rudi ci si poteva buttare in mare, anche se questo significava essere derisi per codardia
La nascita della boxe moderna “il codice della boxe scientifica”
Già da alcuni anni attorno alla boxe ruotavano notevoli interessi economici, fatti di rilevanti scommesse e ingenti premi in denaro. Per questo motivo si sentì l’esigenza di regole più rigorose. Nel 1867 il J.S. Douglas, marchese di Queensberry, scrisse il codice della boxe scientifica che, a parte qualche piccola differenza, contiene le regole principali della boxe moderna:
Guantoni: obbligatorio l’uso dei guantoni.
Round: l’incontro è diviso in più riprese di tre minuti l’una, non vi era limite di riprese.
knock out: il pugile perdeva se non si riprendeva dai colpi ricevuti entro 10 secondi, il pugile avversario doveva aspettare il comando dell’arbitro per riprendere a colpire.
Categorie di peso:i pugili sono divisi in categorie di peso. Non possono avvenire incontri tra altleti di categorie differenti. Le categorie erano tre: leggeri, medi e massimi.
Le nuove regole rendevano il pugilato molto meno violento e lo trasformavano in uno sport di abilità, destrezza e velocità. Per il momento non era ancora stato fissato un numero massimo di riprese, si procedeva quindi ad oltranza fino al ko di uno dei due pugili. Le regole di Douglas vennero assorbite con molta lentezza. Ancora alla fine del XIX secolo molti incontri proseguivano ad oltranza finché uno dei due pugili non si arrendeva.
Dal momento in cui venne scritto il codice della boxe scientifica si fa coincidere la storia della boxe con la categoria dei pesi massimi
Fondamenti sulla tecnica del pugilato
Nel pugilato viene ravvisata una certa somiglianza con la scherma per il particolare tipo di studio preparatorio fra i contendenti in funzione del successivo scambio di colpi. Fondamentalmente il Pugilato si basa su tre colpi:
diretto: colpo più importante per il pugile tecnico. Colpo di disturbo, di arresto, di preparazione al diretto successivo.
gancio: Colpo potente e demolitore che basa la sua potenza sulla leva fornita dalla spalla.
montante: Colpo dato dal basso verso l’alto.
Questi colpi, portati in rapida sequenza e con varietà, generano le “serie” o “combinazioni”. Ma è la fase difensiva che ha un ruolo decisivo, anche in questo caso, tre sono le tecniche per evitare di prendere colpi: schivare, parare, togliere, rimettere.
Dai tre aspetti offensivi e dai tre difensivi può nascere un grande incontro, che vede sul “quadrato” due uomini che si affrontano lealmente secondo le regole della “boxe moderna” e che alla fine del match li vedrà abbracciarsi. Il pugilato è uno sport impegnativo e completo, le doti fisiche richieste sono infatti velocitá, agilitá, forza e resistenza. Il pugilato richiede sia sforzi aerobici che anaerobici, pertanto l’allenamento mira sia al miglioramento della resistenza, ovvero alla durata dello sforzo fisico nel tempo, tramite corsa, salto della corda, allenamento a corpo libero, sia al miglioramento della forza e allo sviluppo della massa muscolare.
Il pugilato richiede soprattutto una notevole forza di sopportazione e carattere per poter affrontare gli sforzi durante l’allenamento e il quasi inevitabile dolore fisico durante gli incontri. Contrariamente alla maggior parte degli altri sport, la sconfitta nel pugilato é accompagnata da dolore fisico: ci