Lo sport nel Medioevo
ago 28th, 2006 | By admin | Category: History Sport Il Medioevo (termine coniato da Flavio Biondo, ispirandosi a Francesco Petrarca) è il periodo intermedio, il cui inizio viene collocato, per l’intera Europa, nel 476, cioè nell’anno che segna, secondo una convenzione fissata dagli storici, la fine dell’Impero Romano d’Occidente.
Diversamente, la conclusione di questa Era viene collocata in ciascun paese in date diverse, che coincidono con la nascita delle rispettive monarchie nazionali ed il periodo rinascimentale.
Alcune date comunemente utilizzate sono il 1453, con la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi o la fine della Guerra dei Cent’Anni tra Inghilterra e Francia, il 1492, con la fine del periodo islamico in Spagna e la scoperta delle Americhe da parte di Cristoforo Colombo, ed il 1517, con la Riforma protestante.
Nel Medio Evo assistiamo alla rinascita dello spirito sportivo, Si diffusero le saghe dei popoli nordici che proponevano – anche con talune ingenuità – immagini di storia e sport.
E’ vero che non riapparvero gli spettacoli atletici e la ginnastica educativa, é però accertato che l’istituzione cavalleresca riuscì in una forma completa – anche se del tutto involontariamente – a far prosperare nell’età di mezzo l’idea olimpica e a trasmetterla ai posteri. Difatti la cavalleria, nata proprio negli anni attorno al Mille e consolidatasi in un lungo periodo che coincise con le Crociate, mantenne intatti i caratteri peculiari dell’olimpismo greco
Come per gli antichi i Giochi d’Olimpia, anche la vita cavalleresca non era certamente aperta a ogni uomo; cosi come gli Elleni escludevano dallo stadio e dall’ippodromo chi non poteva vantare purezza di sangue e sicura patente di nobiltà, allo stesso modo l’educazione e la pratica cavalleresca comprendevano soltanto le alte sfere della società medievale. L’adolescente greco si preparava nel ginnasio ai Giochi atletici e alle future attività politiche, il cavaliere del Medio Evo, insieme a un’educazione preminentemente sportiva (va ricordato a questo riguardo che delle sette perfezioni cavalleresche, cinque si riferivano all’abilità nell’equitazione, nel nuoto, nel pugilato, nel tiro e nella caccia) senza trascurare gli studi tecnici, scientifici e letterari.
Il cavaliere, infatti, voleva mostrare il proprio valore e la propria forza non solo in battaglia ma anche nel torneo, il “grande sport del Medio Evo”, in cui – ispirato sempre dal sentimento dell’onore – si cimentava con rivali degni di lui. Senz’altro minor rilievo hanno avuto invece la quintana, gioco di origine cavalleresca che costituì il maggior divertimento del vassallo nel giorno del proprio matrimonio, la lotta, il salto in lungo e in alto, il lancio della pietra, uno sport praticato ancora al giorno d’oggi nel sud della Spagna
IL GIOCO CON LA PALLA
In Francia aveva invece un grande successo in quell’epoca il gioco della pallacorda: lo si praticava un po’ dappertutto, in ogni regione, nelle città e nei villaggi. Persino i Re di Francia si convertirono a questo gioco, e fecero costruire nella loro reggia la sala della pallacorda,tanto cara alla borghesia illuminata del 1789. Alla pallacorda per la verità essi aggiunsero la “soule” e i vari giochi con la palla che tuttavia vennero praticati con estrema brutalità.Fin dal 1179 si hanno incontri di giochi con la palla in Inghilterra. Si tratta di giochi in cui viene esaltata la forza bruta nei contrasti, unita alla potenza fisica dei protagonisti delle furibonde battaglie, che si svolgevano solitamente il martedì grasso. Nella terra d’Albione, ad ogni buon conto, non era solo il gioco con la palla a tener banco, ci esercitava pure nel salto, nella lotta e nel lancio delle pietre pesanti. Al tempo della Signoria, in Firenze si giocava e si disputavano veri e propri tornei di pallone, il calcio fiorentino, che ha avuto nel Rinascimento la sua fioritura e la sua celebrazione. Tuttavia, alla fine età di mezzo, tutte le discipline sportive di cui si é parlato, tanto quelli prediletti dalla nobiltà quanto quelli amati dalla nascente borghesia e dalle classi subalterne, ebbero tutte un carattere privatistico; non trovarono infatti spazio nell’ambito dell’educazione e della scuola.