Giancarlo De Gennaro. Vince il concorso nazionale 20^ Ed. “Satura Art” è selezionato per la X Edizione della Florence Biennale 2015 con l’opera “Noci”
set 7th, 2014 | By coni | Category: Vivere lo SportCivitavecchia 4 Settembre 2014
Giancarlo de Gennaro
dopo la collettiva di Palazzo Margutta
“Atmosfere contemporanee”
del 15-22 febbraio scorso, vince il concorso nazionale “Satura Art”, giunto alla 20^ Edizione, e Sabato 6 Settembre sarà a Genova presso il Palazzo Stella per ricevere il premio
Giancarlo de Gennaro nasce a Civitavecchia il 30-03-1962.
Negli anni si dedica interamente allo sport della Pallavolo
prima come atleta, poi come
insegnante di Educazione Fisica (si diploma all’ISEF di Roma)
e allenatore, infine come presidente, de Gennaro ha scoperto, nel tempo libero,
fra gli altri, anche il piacere della matita e della china.
Di una buona manualità nell’uso della matita si è reso conto già ai tempi del liceo scientifico, mentre la passione per la china l’ha scoperta attraverso i lavori di Remo Sagnotti, un artista conosciuto personalmente e frequentato nel retrobottega dellp storico negozio di cornici che gestiva con i figli Luigi e Franco, allora sede storica della stessa Associazione civitavecchiese, che quest’anno festeggia i 50 anni di attività.
Proprio da Remo Sagnotti lui ha appreso, ancora ventenne, negli spazi liberi dagli allenamenti e dagli studi, l’arte della china e di lui si sente, avendone carpito direttamente i segreti, il successore. Attratto dal gioco delle luci, e dall’impatto di queste sulle superfici, e delle ombre, ma anche da ciò che la matita può realizzare senza l’ausilio del colore, de Gennaro realizza quadri che possono essere inseriti nel filone dell’Iperrealismo, un genere di pittura basato sulla riproduzione di un soggetto fotografico.
Il suo amore per il disegno e la china rimane a lungo latente, sommerso (realizza solo poche chine che hanno come tema la sua città). Riemerge con forza solo negli ultimi anni, spontaneamente quando disegnare diviene un’esigenza, una terapia quasi, a giudicare dalle sue parole: attraverso il disegno l’autore dichiara infatti di “tornare sereno, rilassato”; il suo genere ascrivibile all’Iperrealismo per la cura maniacale dei dettagli, fa vivere all’autore “l’infantile e irreale sensazione di mettere ordine nel mondo”.
Nel suo personale percorso all’interno dell’iperrealismo ha posto l’attenzione sul gioco delle luci e delle ombre. Non quindi i colori con ciascuno le proprie tonalità e gradualità, ma solo ciò che la luce riesce ad ottenere con il suo impatto sulle superfici. Ciò che riesce ad illuminare e ciò che non riesce a raggiungere: le diverse tonalità che possono essere tradotte con la sola matita, senza l’ausilio del colore: si è dedicato da subito ad un solo colore, quello del sole quando incontra una superficie non omogenea.
Da qui una produzione prolifica (compatibilmente con i tempi dell’Iperrealismo) e il bisogno di confrontarsi con il pubblico.
l’iperrealismo
Termine del linguaggio della critica d’arte, diffusosi insieme con altri analoghi, come realismo radicale, superrealismo, realismo fotografico, sharp-focus realism, a designare una particolare tendenza del realismo degli anni 1970. L’iperrealismo offre un’immagine della realtà estremamente fedele fino nei particolari più minuti attraverso una perfezione tecnica spesso paragonabile alla qualità fotografica, ma aggressiva, per esempio nell’alterazione delle proporzioni.
Il movimento nasce negli anni settanta, e si diffonde in Europa nel decennio successivo. Di fatto è derivato della pop art e si è contraddistinto per la maniacalità dei dettagli, sotto tutti gli aspetti esagerata.