Disabilità, questa noia mortale!!! Diritti solo teorici: un conto è dire e un conto è fare.
nov 19th, 2015 | By coni | Category: Disabilità e Sport, Sport Newsdi Paola Mauri. www.lavocedelpopolo.net …. Scriveteci … se anche voi volete dire la vostra, se anche voi vi sentite un oggetto inanimato nelle mani di chi può dare corso a cambiamenti e non lo fa, se anche voi siete stanchi di soprusi e indifferenza….
da Direttore Civitavecchia 18 novembre 2015 .
La disabilità questa sconosciuta … questa noia mortale!
Ma quando hai l’onere di essere un cittadino come tutti gli altri e mi riferisco al voto, tutti i servizi ti sono garantiti affinchè tu faccia il tuo dovere. Poi per il resto la notte è buia e il tempo interminabile. Bisogna essere dei buoni analisti ed essere sempre all’altezza di controbattere con le leggi e la normativa vigente perché, insomma, i diritti ci sono tutti ma l’applicarli è un contrapporre gli uni agli altri come se non si trattasse sempre di esseri umani che si muovono, vivono, respirano, e vogliono fare quello che gli altri fanno, come per esempio andare al mare o Risultati immagini per indifferenza disabilitàandare in piscina.
Si naviga a vista e la coperta della scocciatura, della seccatura, a seconda di chi ce l’ha, si tira di qua e di là risultando sempre troppo corta. Le semplici esigenze come una vacanza, l’andare in un albergo, l’entrare in un negozio, sono considerati un “surplus” per chi deve rendere accessibile un luogo o una struttura da mettere a disposizione, rendendola appunto accessibile. Ma chi se ne importa dell’accessibilità concetto astruso, noioso, ingombrante, pretenzioso. Il mondo va avanti anche senza l’abbattimento delle barriere architettoniche. L’accessibilità è una bega infinita che proprio non si vuole vedere e che alla fin fine deve rimanere nell’immaginario collettivo inaccessibile come qualcosa che si fa cadere dall’alto, similmente ad una grazia ricevuta perché è proprio carente il concetto di uguaglianza.
Allora cominciano i balletti che proseguono, come un minuetto ammanierato, e si va avanti, magari per anni prima di ottenere quello che è un diritto. Le persone con disabilità quando invocano la libertà e l’autonomia subiscono come una metamorfosi che è negli occhi di chi guarda e si trasforma in essere che pretende e che vuole cose di cui non ci si può permettere di chiedere, della serie essere uguali fra gli uguali. Il concetto di equiparazione è ostico e probabilmente si dà per scontato che il problema chi ce l’ha se lo tiene. Sorprende, quando si tocca con mano, che i diritti sono solo teorici perché un conto è dire e un conto è fare. E pure questo ci si deve sentir dire! La situazione che diventa dolorosa, anche per la mancanza di solidarietà, la conosce solo chi ci passa e ha il pensiero per un figlio, per un fratello o per un genitore. E solo quel piccolo mondo antico che è la famiglia, la monade, rappresenta la sicurezza di un aiuto, di una mano concreta. Tutto il resto sono strombazzamenti imbarazzanti, che non si vorrebbero mai sentire e le scuse si sprecano per far perdere le tracce della nostra Carta Costituzionale.
Se anche voi volete dire la vostra, se anche voi vi sentite un oggetto inanimato nelle mani di chi può dare corso a cambiamenti e non lo fa, se anche voi siete stanchi di soprusi e indifferenza, se anche voi avete voglia di urlare il vostro dolore e la vostra impotenza di fronte all’altrui impassibilità scriveteci:
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insieme si possono fare molte cose, insieme si può avviare un inizio per un cammino verso “la libertà”.