Arrampicata
ago 30th, 2006 | By admin | Category: Sport Individuali L’arrampicata è una disciplina complessa caratterizzata sia da un aspetto fisico motorio che da una importante componente psicologica.
L’arrampicata può comunque essere definita come la salita di un ostacolo, sia esso una parete rocciosa, naturale espressione e terreno preferito su cui l’arrampicata si è sviluppata in tutte le sue forme, sia esso un sasso, un pannello artificiale o una qualsiasi struttura urbana. Esistono varie scale per valutare la difficoltà dei vari tipi di arrampicata.
L’arrampicata può essere distinta inArrampicata libera e
Arrampicata in artificiale
L’aggettivo libera e in artificale viene utilizzato per sottolineare la differenza tra le due pratiche ovvero nell’utilizzo di aiuti artificiali o meno per compiere la scalata.
Si distinguono diverse specialita’ di arrampicata in funzione del ambito in cui essa si svolge:
Su roccia – che si svolge risalendo pareti rocciose in ambiente naturale (falesie)
Su ghiaccio – che si svolge risalendo ghiacciai e/o cascate gelate
Arrampicata su terreno misto
è caratterizzata dalla presenza di due o più tipologie di terreno da affrontare. Ad esempio, ghiaccio e roccia, ghiaccio e neve, roccia e terra.
Il terreno misto richiede particolare attenzione per essere affrontato, in quanto rappresenta una diversità rispetto all’ambiente in cui si è operato fino a quel momento.che si svolge su un misto di roccia e ghiaccio
Su pannelli artificiali, e in tal caso si parla di arrampicata in palestra o arrampicata indoor.
Arrampicata Libera
Per arrampicata libera (o Free Climbing) si intende lo stile di arrampicata nel quale l’arrampicatore affronta la progressione con il solo utilizzo del corpo: mani nude, piedi (normalmente con le scarpette), ma anche appoggiando e incastrando il corpo intero o sue parti.
Questo non esclude a priori l’utilizzo di attrezzatura, come la corda, l’imbrago, il discensore, i moschettoni, i nuts, i friends e i rinvii, ma questo equipaggiamento è usato esclusivamente per l’assicurazione, per limitare i danni in caso di caduta.
Tecnica di arrampicata
Le tecniche di arrampicata sono molte e molto varie, anche a seconda del proprio stile e delle conoscenze del “maestro” a cui si è fatto affidamento. Una delle moderne tecniche di arrampicata è quella del triangolo, studiata per la prima volta dall’ arrampicatore italiano Paolo Caruso, e tuttora insegnata dalle guide nei loro corsi di preparazione. Le particolarita di questa tecnica sono molto complicate da spiegare su scritti, ma molto piu’ semplici se spiegate a voce, per questo consiglio di fare affidamento, sia per queta tecnica, che per le altre, ad una guida alpina
Arrampicata in Artificiale
Per arrampicata in artificiale si intende lo stile di una ascensione sulla roccia praticata da un’alpinista nella quale è valido il superamento degli ostacoli utilizzando come supporto oltre la corda anche altri strumenti (sia tipici dell’assicurazione come chiodi, cams,… che propri dell’artificiale come le staffe) anche per creare appigli e appoggi.
Nella arrampicata in artificiale si fa ricorso a strumenti speciali al fine di assistere lo scalatore per permettegli di restare appeso alla roccia unendo contemporaneamente due aspetti molto importanti. Il primo, é quello di permettere il superamento in sicurezza dei punti critici, il secondo volta a danneggiare il meno possibile la roccia stessa e conseguentemente di rispettare la natura.
Ci si può allenare in questa specialità in appositi Rocòdromi
Strumenti utilizzati
Gli strumenti utilizzati possono essere sia di assicurazione (ad esempio, chiodi da roccia) che strumenti specifici per l’arrampicata in artificiale quali, ad esempio:
staffe.
Ganci (chiamati anche in molti altri nomi quali cliff, ancorette, sky-hook, hooks, ecc.)
Chiodi in genere (chiamati anche Knife-Blade, “KBs” o Lame)
Bird Beak
Rurp
Copper-Heads
Circle-Head
Sandwich (alpinismo)
Baby Angles
Rivet Hangers
Scale di difficoltà
La classificazione delle difficoltà che si incontrano in un itinerario alpinistico è generalmente riportata nella descrizione della via di salita ed è importante in quanto permette agli alpinisti di scegliere itinerari commisurati alle proprie capacità. La classificazione delle difficoltà alpinistiche è stata codificata per la prima volta dall’ alpinista tedesco Willy Welzenbach nel 1925.
La scala di Welzenbach definiva sei gradi di difficoltà crescente dal I (elementare) al VI (limite delle possibilità umane). Questa classificazione poneva dei problemi in quanto era chiusa verso l’ alto e quindi con il progredire delle tecniche di arrampicata e delle difficoltà superate tendeva a comprimere i gradi inferiori al VI risultando poco omogenea e non comparabile nel tempo. Inoltre non era adatta a descrivere itinerari su ghiaccio o di arrampicata artificiale.
La scala di Welzenbach è stata successivamente aperta verso l’ alto dall’ UIAA, attualmente il livello superiore della classificazione è il XI grado, ed è utilizzata per indicare il livello di difficoltà dell’ arrampicata libera. A partire dal quinto grado è possibile utilizzare dei livelli intermedi aggiungendo il suffisso “superiore (+)” o “inferiore (-)” (es. V grado superiore o V+). Al momento la descrizione qualitativa delle difficoltà non è stata codificata.