Apnea
ago 30th, 2006 | By admin | Category: Sport Acquatici L’apnea è stata la prima forma d’immersione praticata dall’uomo e rappresenta ancor oggi il modo più istintivo di andare sott’acqua.
La possibilità di andare sott’acqua in apnea si fonda sull’adattamento fisiologico chiamato “riflesso d’immersione” che accomuna tutti i mammiferi, dal delfino al bradipo, dalla foca al cane, anche se in gradi diversi. Il riflesso d’immersione è sorprendentemente sviluppato nell’uomo, sebbene non sia un animale prevalentemente acquatico.
Storia
Le origini delle esplorazione dei fondali marini, effettuate con questa tecnica per vari scopi, si perdono nella notte dei tempi e coinvolgono la cultura di molti paesi. I primi apneisti si spingevano sott’acqua per raccogliere conchiglie, oggetti preziosi o utili quali il corallo, le perle o le spugne.
Per molti anni l’apnea rimase inconsapevole di sé stessa e delle proprie potenzialità, fino a che a metà Novecento esplose una vera e propria “corsa alla profondità” che vide protagonisti autentici pionieri come Enzo Maiorca, Jacques Mayol e più recentemente, Umberto Pelizzari e Pipin Ferreras.
L’apnea pura, con il suo profondismo, cioè immergersi negli abissi con le proprie forze, presenta aspetti per certi versi straordinari: la riscoperta della propria acquaticità va di pari passo con la conoscenza di sé stessi e dei propri limiti psicofisici.Fisiologia dell’apnea
L’aria contenuta negli alveoli polmonari, a causa degli scambi gassosi con il sangue, ha una composizione diversa da quella atmosferica. Laddove l’aria atmosferica è costituita al 78% da azoto, al 21% da ossigeno, da piccole percentuali di altri gas e da una minima concentrazione di anidride carbonica, l’aria presente negli alveoli ha una concentrazione di ossigeno pari al 15% circa e di anidrida carbonica pari al 5,6%. Le concentrazioni nel sangue sono ancora diverse ma grazie alla respirazione e al continuo scambio gassoso le concentrazioni dei vari gas restano costanti.
ipossia: Durante l’apnea viene interrotta la respirazione ma ovviamente non lo scambio gassoso, si ha quindi una progressiva riduzione della concentrazione di ossigeno nell’aria contenuta negli alveoli e di conseguenza nel sangue. Se la concentrazione cala sotto un certo livello (pari al 10% nell’aria alveolare) non è più sufficiente per garantire il funzionamento del metabolismo, l’ipossia determina perdita di conoscenza (sincope) e, in mancanza di intervento immediato, danni cerebrali gravi e morte
ipercapnia: contestualmente durante l’apnea aumenta la concentrazione negli alveoli e nel sangue dell’anidride carbonica. L’aumento della concentrazione oltre il 7% ha come conseguenza l’attivazione di alcuni stimoli chemiotattici che attivano la muscolatura respiratoria provocando delle contrazioni involontarie del diaframma. Se la concentrazione sale ulteriormente si ha un calo di funzionamento del cuore e dell’apparato muscolare, oltre il 10% insorge la paralisi respiratoria, cessa l’attività cardiaca e si ha la morte.
Come si evince da quanto descritto sopra l’ipossia non ha alcun segnale premonitore mentre l’ipercapnia è corredata da una serie di “segnali d’allarme”.
Apnea profonda
Uno dei fenomeni più particolari che coinvolgono l’organismo nella discese molto profonde, è lo spostamento del sangue dal grande al piccolo circolo (blood shift).
Questa particolare capacità di adattamento che accomuna l’uomo a tutti i mammiferi marini e che incoraggia le tesi di coloro che ci vogliono discendenti dal mare, instaura all’interno del nostro torace una massa liquida incomprimibile che ne impedisce l’implosione (i francesi, con un’espressione pittoresca, chiamano questo fenomeno erezione polmonare, gli inglesi più semplicemente, spostamento del sangue).
Attività agonistica
Nell’attività agonistica legata all’apnea si distinguono tre tipologie:
apnea statica
apnea dinamica
apnea profonda a sua volta divisa in
apnea in assetto costante
apnea in assetto vanriabile regolamentato
apnea in asseto variabile assoluto
L’attività agonistica è relativamente recente, l’organizzazione del primo campionato mondiale (vinto dalla squadra italiana) risale al 1996 e si deve ad una rivista del settore, le competizioni successive non hanno avuto cadenza regolare.
L’attività didattica e agonistica dell’apnea ha luogo, in Italia, sotto l’egida della Federazione Italiana Pesca Subacquea e Attività Subacquee (FIPSAS).