BOXE: Emiliano Marsili affronta Gyorgy Mizsei, sostituto di Antonio De Vitis per il titolo europeo dei pesi leggeri Il 24 gennaio al Palasport di Bergamo.
gen 16th, 2015 | By coni | Category: Eventi, Primo pianoPUGILATO. Emiliano Marsili affronta Gyorgy Mizsei, sostituto di Antonio De Vitis. Il civitavecchiese Emiliano Marsili a caccia della quarta difesa del titolo europeo dei pesi leggeri. Sarà un match duro e il Tizzo porterà a casa la contesa e già sognà il Mondiale
Ciivitavecchia il 20 gennaio 2015
di Alessandro Bisozzi.
CIVITAVECCHIA – Saltato il match con Antonio De Vitis (per una sua improvvisa indisposizione) Emiliano Marsili si appresta a partire lo stesso per Bergamo, dove sabato prossimo affronterà nuovamente Gyorgy Mizsei nel match valido per il titolo europeo dei pesi leggeri.
Per Mizsei si tratta di una rivincita a tutti gli effetti, perché lo scorso 27 settembre era stato battuto dal civitavecchiese nell’incontro al PalaMalè di Viterbo.
Marsili sembra aver risolto il problema alla mano sinistra, che tanto lo aveva tormentato durante gli allenamenti degli scorsi giorni, e si dice prontissimo a difendere la propria cintura contro l’assalto dell’insidioso ungherese. Il campione europeo sta affinando la preparazione e oggi ha svolto una sessione ai guanti con il maestro Mario Massai, che all’ultimo momento ha dovuto rivedere gli schemi per adattarli al nuovo avversario.
Civitavecchia 15 gennaio 2015
di Alessandro Bisozzi
Al seguito degli allenamenti del campione d’Europa Emiliano Marsili
CIVITAVECCHIA – Una palestra di boxe ha sempre qualcosa di speciale rispetto alle altre.
È il ring. Lì sopra si compie un rito ancestrale, terribile e affascinante: il combattimento corpo a corpo.
Il ring è la differenza tra l’apparire e l’essere, tra la teoria e la pratica, tra la forma e la sostanza.
Qui si fa sul serio, niente è lasciato al caso, niente è superfluo.
Tutto è fatto in funzione di un unico, semplice ed elementare scopo: l’annientamento fisico dell’avversario.
Ogni movimento dell’atleta ha un fine, anche quelli che sembrano inutili; tutto è calcolato, tutto predeterminato, stabilito, previsto. Questo è il manuale, i fondamentali. E quei gesti, l’atleta deve ripeterli centinaia, migliaia di volte prima di capire come può evitare di farsi colpire, perché i pugni, quelli dei pugili, fanno maledettamente male.
Poi arriva il campione, il fuoriclasse, quello che sul ring inventa e scopre, quello che nonostante il manuale, i fondamentali, si muove su un’altra dimensione. E vince perché picchia più dell’avversario, anche se non è forte come lui, perché è più intelligente, più astuto, più veloce. L’avversario è forte, ma il campione lo è di più perché la sua pratica si è trasformata e raffinata. La sua azione, disinvolta, dinamica e meravigliosa, non segue più il manuale, ma solo la sua fantasia.
Il pugilato è una nobile arte e il pugile è un artista. Il campione, invece, un genio.
Peccato che un genio come Emiliano Marsili debba allenarsi in un posto triste, sporco e fatiscente come il locale sotto le gradinate dello stadio comunale di Civitavecchia, uno stanzone di appena una settantina di metri quadri, metà dei quali occupati da un ring posticcio e raffazzonato alla meglio. Eppure il tre volte campione italiano e quattro volte campione europeo dei pesi leggeri si allena proprio in questo buco.
Oggi l’ho visto fare i guanti con Orial Kolaj, il campione EBU-EU dei medio massimi, un albanese naturalizzato italiano con i pugni duri come la pietra.
Marsili non è apparso per nulla intimorito dalla differenza di stazza fisica col ben più potente avversario. Nonostante un risentimento alla mano sinistra, il civitavecchiese ha sfoderato la solita sicurezza ed ha affrontato Kolaj con assoluto spirito di sacrificio. Sei round violenti, come un’incontro vero. Lo sparring partner non arriva per fare i complimenti a Emiliano, è pagato per metterlo alla prova, per creargli problemi, per pressarlo e fargli male. Deve mettere in evidenza le sue lacune, le sue debolezze, deve farlo scoprire e colpire duro. Deve prepararlo alla battaglia, deve stressare i suoi nervi e forgiare la sua resistenza.
Marsili risponde colpo su colpo, non concede nulla all’avversario, lo incalza sostenuto dagli incitamenti del maestro Mario Massai, che da bordo ring dispensa consigli e imprecazioni. Mario è un grande, un perfezionista scrupoloso e attento. Durante un duro scambio tra i due parte un colpo violentissimo: è il sinistro del “Tizzo”, una bomba al fulmicotone che si abbatte rapido e distruttivo sul caschetto del pugile albanese. Ero a bordo ring, così vicino che ho percepito nettamente lo spostamento d’aria provocato dall’impatto del guantone. Ho visto Kolaj accusare nettamente. Ho cercato di immaginare come si recupera da un colpo così.
Non si scherza sul ring, nemmeno in allenamento. È tutto così concreto, reale, essenziale. Il sudore, il sangue, la fatica. Il suono dei pugni è un tonfo sordo e crudo, tangibilmente autentico. Ho il privilegio di assistere alla preparazione di un campione, e ne ho visti di combattimenti. Ma non mi abituerò mai e poi mai alla suggestione terribile, eppure attraente, di uno sport crudele e affascinante come la boxe.
Alessandro Bisozzi